Lettera a Babbo Natale

Ehi Babbo, me ne sono accorta! Sembro cretina ma lo sono solo un po’. Me ne sono accorta: niente misantropia l’anno scorso. Effettivamente non ne avevo bisogno, ci ha pensato il covid. Pure adesso a Natale saremo tutti un po’ più soli. Tu dovrai indossare la mascherina cucita da tua moglie, in realtà non è che ne avresti proprio bisogno, non c’è mai nessuno a un metro di distanza da te. Però, onde evitare, mettila e non bere da tutti i bicchieri del mondo. Portati un termos con del latte caldo tutto tuo (non corretto), portati i tuoi biscotti e l’amuchina, pure per le renne. Diciamolo che non è come quella pubblicità dove sei pieno di fratelli e mandi loro al posto tuo. Almeno l’idea di te lasciamola intatta.

È stato un anno difficile, siamo tutti più stanchi, ma non migliori. Siamo obbligati a scavare nel fondo della magia del Natale e inoltre quest’anno la programmazione natalizia non è granché. Lo sanno pure i bambini che sarà tutto diverso, paradossalmente lo sarà anche per chi il Natale è sinonimo di malinconia. Non cambia il fatto che sarà più malinconico per tutti gli altri. Non c’è mal comune mezzo gaudio, non c’è la novità della quarantena e non ci metteremo a cantare Jingle Bells o Tu scendi dalle stelle dai balconi perché c’è freddo. Staremo lì senza sapere se vogliamo che queste feste passino il più presto possibile oppure no. Staremo lì a compilare autocertificazioni, a contarci, a chiederci se siamo amici abbastanza. Guarderemo le luci dell’albero e del villaggio di Natale, del Presepe. Ci verranno un po’ i brividi per quegli assembramenti e spereremo che una di queste luci aumenti di luminosità fino a riportarci ad una realtà simile a quella che conoscevamo.

Però ti devo dire una cosa Babbo: ci proverò a trovare comunque la magia perché anche se è andata così, quest’anno mi hai regalato cose così belle e inaspettate che non ho proprio niente da chiederti.

Fai il bravo e grazie

Federica

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