
come stai? Lo so che è tardi per una lettera, e so che non te ne scrivo da molti anni. Mi sono decisa tardi, ho deciso tardi cosa chiederti. Ci ho pensato molto, anche se ho scoperto che a volte non penso mai abbastanza a quello a cui gli altri vogliono che io pensi. Quest’anno ho scoperto un sacco di cose, ho scoperto che a volte avere a che fare con la mia malattia è una passeggiata rispetto ad avere a che fare con gli esseri umani. Quindi volevo chiederti un sacchetto con un po’ di misantropia dentro. Lo so, lo so non ti inc… cioè arrabbiare. È una richiesta strana, e certo non mi trasformeresti mai in Ebenezer Scrooge, magari pensi che non faccia parte di me, piuttosto potrei essere il piccolo Tim. Ma tu stai lì al Polo Nord con tua moglie, gli elfi e le renne, a bere cioccolata calda (magari corretta 😏) e noi siamo qui ad avere a che fare gli uni con gli altri, a complicarci la vita così tanto che poi non ne usciamo neanche con la cioccolata calda corretta. Basterebbe un giocattolo di legno, una volta ogni tanto, basterebbe fare finta fosse Natale una volta al mese. Basterebbe non dimenticare che bambini lo siamo stati, e lo siamo ancora tutti, anche se siamo diventati adulti, anche se adesso la paura del buio non si risolve più lasciando semplicemente la porta della camera socchiusa, però magari aiuta. Aiutano le bucce d’arancia sulla stufa, i biscotti allo zenzero, i cartoni animati alla tv, un cappello simile al tuo sulla testa. Aiuta il villaggio di Natale in salotto, aiuta l’amore. Aiuta trovare qualcuno che ci culla anche quando non siamo stati tanto bravi, anche quando abbiamo chiesto un po’ di misantropia come soluzione o consolazione.
Quindi caro Babbo Natale se con questa richiesta finisco nella lista dei cattivi, mi accontenterò del carbone ma nel caso tu semplicemente non voglia portarmi la misantropia, vedrò di scoprire cosa posso risolvere con una bottiglia liquorosa a tua scelta. Alla cioccolata calda posso pensarci da sola.
Un bacio
Federica 🙂